SANTI del GIORNO
sabato 21 dicembre 2024
IL SANTO DEL GIORNO
San Michea
Profeta
Michea nacque nel villaggio agricolo di Moreset, a non molti chilometri da Gerusalemme, ed il suo nome in ebraico era in realtà una domanda retorica, al tempo stesso professione di fede: “Chi è come il Signore?”. Michea quindi non fu altro che un contadino prestato alla profezia. Visse al tempo del grande profeta Isaia, di cui forse fu anche discepolo, in quanto in una sua pagina (4,1-3) citò uno splendido inno a Sion, città di pace, già presente nel libro del suo presunto grande maestro (Is 2,2-5). L’iconografia relativa a Michea, come già era accaduto per il profeta contadino Amos, presenta immagini rudi e vigorose, che colpiscono con sdegno quasi nauseante lo sfruttamento e i soprusi verso la gente dei campi. Egli alzò la voce anche contro i falsi profeti, accomunandoli alle dominanti classi corrotte: “Sono avidi di campi e li usurpano, di case e se le prendono... Divorano la carne del mio popolo, gli strappano la pelle di dosso, ne rompono le ossa e lo fanno a pezzi come carne in una pentola, come lesso in una caldaia. […] I loro profeti fanno traviare il mio popolo, annunziano la pace solo se hanno qualcosa da mordere sotto i denti; ma a chi non mette loro niente in bocca dichiarano la guerra” (2,2; 3,3.5). Diviene inevitabile perciò l’ingresso in scena del Signore della giustizia, ad emettere un suo giudizio contro questi lugubri individui. Già Dio era comparso all’orizzonte di Samaria, capitale del regno settentrionale di Israele, città affatto non esente da vergogne ed ingiustizie, a suo tempo denunziate appunto da Amos. Michea raccontò invece il crollo di quella elegante e gaudente città sotto le armate del re assiro Sargon II nel 721 a.C.: “Ridurrà Samaria a un mucchio di rovine in un campo, rotolerà le sue pietre nella valle, frantumerò tutte le sue statue e dei suoi idoli farò scempio” (1,6-7). Anche a Gerusalemme il Signore riservò poi una sorte medesima: “Sion sarà arata come un campo e Gerusalemme diverrà un mucchio di rovine, il monte del tempio un’altura selvosa” (3,12). Questo triste destino non è però evitabile esclusivamente con riti e preghiere, ma queste devono essere accompagnate da una vita coerente, cioè dalla giustizia: “Con che cosa mi presenterà al Signore? Mi presenterà a lui con olocausti e con vitelli di un anno? Gradirà il Signore migliaia di montoni e torrenti di olio a miriadi? Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono e ciò che richiede da te il Signore: praticarela giustizia, amare la pietà, camminare umilmente con il tuo Dio” (6,6-8). Il cristianesimo ha però voluto porre l’accento in particolare su un passo degli scritti di Michea: “E tu, Betlemme di Efrata, così piccola per essere fra i capoluoghi di Giuda, da te mi uscirà colui che deve essere il dominatore in Israele... Dio li metterà in potere altrui fino a quando colei che deve partorire partorirà... Egli starà là e pascerà con la forza e la maestà del Signore” (5,1-3). Questo annunzio messianico risuonò ancora ben sette secoli dopo, illuminato da un nuovo evento, all’interno del palazzo del perverso re Erode (Mt 2,6). Da allora fortunatamente risuonarono però anche per tutti i giusti come messaggio di speranza e di gioia, annunciando l’avvenuta nascita a Betlemme di Giuda di un dominatore, promesso sin dall’antichità, che avrebbe pascolato Israele e non solo con la forza del Signore.
Alla Beatissima Madre O Vergine tutta pura, Madre del Santo Amore che all'umiltà tutta la tua grandezza, io non trovo più giusto titolo per supplicarti di aiutarmi a vincere la mia superbia. O Beatissima Madre non chiedo altro che uno dei tuoi sguardi: guardami e poi, se poi ti accontenterai di vedermi così povera … allora anch'io mi accontenterò di rimanere tale. Preghiera composta dalla B. Nemesia. |
Le Croci Le croci e le pene mantengono l'anima nell'umiltà, fanno ricorrere più spesso a Dio e fanno praticare le più belle virtù cristiane, per le quali l'anima diviene cara a Dio e degna sposa del divin Crocifisso. S. Giovanni della Croce |
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Articolo di A&M DM (Il Cenacolo 1/12/2024) Una parola di speranza sulla comunità cristiana
La nostra comunità parrocchiale, come tutte le comunità cristiane, deve essere fiaccola che mai si spegne, alimentata dalla fiduciosa speranza che visibilmente agisce in tutte le nostre azioni per il raggiungimento del bene, con la “b” maiuscola. Questo bene è strettamente connesso con la virtù cristiana della Speranza, che fa vedere l’albero fiorito ...
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