La Speranza nella Stagione della malattia

Nel terzo millennio c’è un’attenzione particolare per il benessere del corpo: è indubbio che mangiare cibi sani e praticando una corretta attività fisica rende la nostra salute più forte. Noi cristiani, tuttavia, poniamo l'amore al centro della nostra esistenza perché, sentimento essenziale per ognuno di noi, siamo fatti per amare ed essere amati. Fermamente convinti che l’amore trasfiguri tutto, anche il corpo che invecchia, diventando uno specchio dell’Amore assoluto che rende ogni cosa nuova e luminosa. Anche la Speranza come l’amore fa apparire ciò che ci circonda più bello perché ci dona la capacità di vedere ciò che ancora non è. Tuttavia è difficile definirla. E’ sicuramente diversa dall’ottimismo. Non nasce dal ciò che qualcuno suggerisce nel “pensare positivo” o dall’ascolto di previsioni ottimistiche. Diversamente, la speranza non ha niente a che vedere con la visione addolcita della realtà. Infatti essa, la speranza, è un cammino che ci conduce a una condizione migliore, non nascondendo né evitando gli ostacoli e le insidie che incontriamo lungo la strada. Insomma la speranza non illude, ma ci aiuta ad affrontare i momenti difficili e a superarli. Stando accanto ai malati si scopre che la speranza non è meno efficace dei farmaci o delle terapie che sono utilizzati per le cure del caso. Molti malati hanno dichiarato che senza la speranza avrebbero trascorso il resto della loro vita prigionieri della sofferenza. Solo la speranza ha dato loro il coraggio di non arrendersi. Essa ha avuto effetti reali e profondi non solo sullo stato emotivo, ma anche su quello più propriamente fisico. Naturalmente noi siamo chiamati a stare accanto alle persone bisognose perché la cura per i malati è un inno alla dignità umana, un canto di speranza che richiede la coralità della società intera.

Dalla nostra personale esperienza possiamo dire che ciò è vero, non solo per quanto abbiamo vissuto accanto ai nostri cari ma anche per la nostra vita matrimoniale. Infatti, quando ci siamo conosciuti ci siamo detti: sarebbe bello poter invecchiare insieme. Non ci sentiamo ancora vecchi, anche se non siamo più in tenera età e accettiamo con speranza le piccole prove che arrivano, vedendo i nostri corpi cambiare giorno dopo giorno. Ci sosteniamo a vicenda, camminiamo mano nella mano, perché vediamo e sentiamo che ogni momento della vita e molto bello e si cresce insieme per quella strada che ci conduce all’eternità dove la speranza dell’infinito si fa sempre più forte.

Ognuno di noi deve sognare e dare ciò che Dio ci ha donato: la fede, la speranza e in questo caso la carità che tutto trasforma e lenisce nei cuori sofferenti. E anche l’ascolto dell’altro può diventare forza che traina l’altro alla vera fonte che è Dio. Essere l’uno per l’altro è la ricchezza assoluta, che Dio ha voluto imprimere nel cuore di ogni uomo.

A&M DM

da: Il Cenacolo del 1/3/2025